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Comune di San Donato, Polizia di Stato, Distretto Sociale Sud Est Milano, Azienda Sociale Sud Est Milano, Distretto Sociale Paullese (rappresentato dal Comune di Pantigliate), ATS Milano Città Metropolitana, ASST Melegnano Martesana, IRCCS Policlinico San Donato, Guardia di Finanza, Carabinieri, Fondazione Somaschi, Equa Cooperativa, Centro per la Famiglia Cardinal Martini, Associazione di Promozione Sociale Orizzonte, Naikan-Dō Shotokan Academy ASD, Associazione L’Isola che non c’è, Soroptimist International Club Lodi. Sono le realtà convenute ieri in Municipio a San Donato per confermare la volontà di proseguire la collaborazione della Rete Antiviolenza, di cui il nostro Ente è capofila, operativa negli ambiti del sudest Milano e del Distretto Paullese e che include altri soggetti istituzionali e sociali che non hanno potuto presenziare all’incontro di ieri.
L’incontro è stata l’occasione per confrontarsi sulle azioni promosse dalla Rete per tutelare le donne in situazioni di violenza e per contrastare il fenomeno che purtroppo ogni anno, anche nel nostro territorio, colpisce decine di donne e anche i loro figli. Durante l’incontro sono state condivise le diverse iniziative di ogni singolo ente e associazione, condividendo le necessità, i desiderata, e le osservazioni che nascono dai diversi progetti e servizi. È emerso un territorio capace di accompagnare le donne a uscire dal percorso di violenza in cui si trovano, ricco di attenzione e possibilità, grazie alla Rete composta da tante realtà, che si muovono insieme, ognuna con la propria specificità.
Nel confermare la volontà di procedere con il lavoro condiviso, i convenuti hanno avuto la possibilità di suggerire integrazioni e correttivi al protocollo d’intesa. L’obiettivo è sottoscrivere l’accordo entro la fine di novembre, mese in cui ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«La Rete Territoriale Antiviolenza non è più solo un progetto, – commenta l’Assessora ai servizi di welfare Francesca Micheli – ma una realtà concreta di aiuto alle donne, composta di tante realtà che lavorano e costruiscono servizi insieme. “Prevenire, Proteggere e Punire”, sono le tre P della convenzione di Istanbul che ispirano le tante azioni. Serve continuare a lavorare per creare una cultura capace di ripensare al modello educativo maschile e femminile. Serve anche rivedere il modello di protezione delle donne e degli eventuali figli: oggi, infatti, sono le donne che devono lasciare casa, rete amicale e parentale per proteggersi, mentre il maltrattante rimane nel proprio contesto consueto. Serve fare un grande lavoro di prevenzione a partire dalle scuole primarie, come oggi molti attori della Rete Antiviolenza, hanno sottolineato. Il lavoro da fare è ancora molto, ma dobbiamo anche riconoscere quanto è stato già fatto. Sono certa di interpretare il sentimento di tutta la cittadinanza, ringraziando le donne e uomini che ogni giorno si spendono per fare in modo che il terribile fenomeno della violenza contro le donne si riduca».
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Ultimo aggiornamento: 14-10-2024, 11:59